Attivina A trenta anni dopo
ROBERTO COLONNA
NOTE E NOTIZIE - Anno XVI – 26 gennaio 2019.
Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org
della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind
& Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a
fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta
settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in
corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di
studio dei soci componenti lo staff
dei recensori della Commissione
Scientifica della Società.
[Tipologia del testo: AGGIORNAMENTO]
L’attivina A (activin A) ha
recentemente attratto l’attenzione neuroscientifica e l’interesse neurologico a
seguito della dimostrazione di un suo importante ruolo nella riparazione dei
danni cerebrali[1]. A parte la sua funzione neurotrofica, l’attivina A, che appartiene alla superfamiglia dei TGF-β
(transforming growth factor-β), si è rivelata in grado di regolare le
risposte infiammatorie e immunologiche dell’organismo, ed è stata
sperimentalmente provata la sua partecipazione nella regolazione dei processi
che portano alla morte cellulare. I progressi nella comprensione del ruolo e
del meccanismo d’azione dell’attivina A nelle
reazioni a lesioni e alterazioni patologiche dell’encefalo dei mammiferi,
insieme con nuove ipotesi per l’applicazione di questa molecola nel trattamento
degli stati neurolesionali, sono stati esposti in una
recente sintesi[2].
Ora, Enrico
Bloise e colleghi hanno realizzato una rassegna degli
studi condotti nell’arco di trent’anni sui ruoli fisiologici della activina A, per fare il punto delle conoscenze e fornire un
quadro esaustivo di dati e nozioni necessari a sviluppare adeguati disegni da
sottoporre a vaglio sperimentale per l’impiego di agonisti ed antagonisti quali
agenti terapeutici.
(Bloise E., et
al., Activin A in Mammalian
Physiology. Physiological Reviews – American Journal of Physiology 99 (1): 739-780, 2019).
La provenienza degli autori è la seguente: Department
of Morphology, Universidade Federal de Minas Gerais, Belo Horizonte (Brasile);
Department of Experimental and Clinical Medicine, Polytechnic University of Marche,
Ancona (Italia); Department of Obstetrics and Gynecology, Universidade Federal
de Minas Gerais, Belo Horizonte (Brasile); Department of Molecular and
Developmental Medicine, Obstetrics and Gynecological Clinic, University of
Siena, Siena (Italy); Department of Biomedical, Experimental and Clinical
Sciences, Division of Obstetrics and Gynecology, University of Florence,
Careggi University Hospital, Firenze (Italia).
Le attivine sono
glicoproteine dimeriche appartenenti alla superfamiglia TGF-β e derivano
dall’assemblaggio di due subunità β; le stesse subunità macromolecolari
possono combinarsi con subunità α, formando le inibine.
Le attivine furono
scoperte nel 1986 a seguito dell’isolamento di inibine
dal fluido follicolare porcino, e sono state inizialmente caratterizzate come
ormoni ovarici che inducono il rilascio dell’ormone stimolante il follicolo,
ossia l’FSH, da parte dell’ipofisi anteriore. È stato presto dimostrato che l’isoforma attivina A è di gran
lunga la più importante in termini fisiologici, nella specie umana. La
concezione corrente della fisiologia dell’attivina A
va ben oltre il sistema riproduttivo e consente la triplice classificazione
quale ormone, fattore di crescita e citochina.
In oltre
30 anni di intense ricerche, l’attivina A è stata
localizzata, oltre che nel cervello e
più in generale nel sistema nervoso
centrale, nei più vari apparati e tessuti, quali gli organi riproduttivi
maschili e femminili, il fegato, il tratto gastroenterico, il polmone e l’osso.
Tali studi hanno gettato luce sui ruoli fisiologici delle attivine
A, che intervengono sicuramente nei seguenti processi:
1)
differenziazione embrionale;
2)
invasione del trofoblasto della parete uterina nella fase iniziale della
gravidanza;
3)
protezione del cervello fetale/neonatale in condizioni ipossiche.
Il vaglio
sperimentale dell’iper-espressione, che si rivela sia
citostatica che mitogenica, ha chiarito che i
differenti esiti dell’effetto della stessa classe molecolare dipendono dal tipo cellulare, con importanti implicazioni
per la biologia dei tumori. L’attivina A regola anche
la formazione dell’osso e la sua rigenerazione, accentua l’infiammazione delle
articolazioni nell’artrite reumatoide, e innesca meccanismi patogenetici nel
sistema respiratorio. In questa rassegna di oltre 30 anni, gli autori
analizzano l’evidenza di ruoli fisiologici dell’attivina
A e considerano il potenziale impiego di agonisti ed antagonisti dell’attivina quali agenti terapeutici.
L’autore
della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per
la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni
di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito
(utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).
Roberto
Colonna
BM&L-26 gennaio
2019
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